Fare Rete per competere e continuare a crescere
L’attuale scenario economico, sempre più globalizzato e fortemente competitivo, ha portato le imprese ed in particolar modo le PMI, a trasformare il loro modello competitivo e le relative strategie aziendali, per poter sopravvivere alla concorrenza delle produzioni a basso costo degli altri paesi; si è resa necessaria una diversificazione oltre la semplice produzione, al fine di individuare e valorizzare delle capacità distintive, capacità spesso immateriali come la qualità, il marketing e l’ideazione. Come le grandi aziende, anche le piccole e medie imprese hanno dovuto attivare dei meccanismi di rete, aprendosi alla collaborazione con altre imprese per fare massa critica e ottenere i benefici delle economie di scala e di obiettivi.
La rete, attraverso l’aggregazione, è uno strumento in grado di favorire l’internazionalizzazione pertanto è un importante risorsa per le PMI che vogliono aprirsi ai mercati esteri.
L’internazionalizzazione oggi, appare come una strada obbligata per le imprese di piccole e medie dimensioni che vogliono mantenere una posizione competitiva sugli attuali mercati. Ecco allora che la creazione di una rete di impresa può rappresentare un’opportunità, forse l’unica, per inserirsi sui mercati esteri e crearsi nuovi sbocchi commerciali, in considerazione del fatto che singolarmente non potrebbero mai competere sui mercati globali e raggiungere gli stessi risultati.
Il Contratto di Rete
Istituito nel 2009 con la legge 33/2009 e perfezionato nello stesso anno, il contratto di rete sancisce la possibilità di istituire delle reti tra due o più imprese che si uniscono allo scopo di attivare delle collaborazioni, perseguendo il medesimo obiettivo, ovvero quello di aumentare il livello di innovazione e competitività della propria azienda sul mercato. Il contratto di rete permette ad ogni azienda di continuare a mantenere la propria soggettività giuridica ed autonomia operativa, seppur impegnandosi sulla base del contratto sancito, a collaborare con le altre imprese e ad esercitare in comune con esse alcune attività stabilite e rientranti nell’oggetto della propria impresa.
Possono entrare a far parte di un contratto di rete, imprese di qualsiasi dimensione, individuali o collettive, agricole o artigiane anche se distanti geograficamente; la legge richiede unicamente che vi sia l’iscrizione al Registro delle Imprese. Il contratto di rete presenta numerosi vantaggi per le imprese, prima tra queste la possibilità di attivare delle collaborazioni con imprese di settori attinenti su progetti comuni che permettono di accrescere la capacità competitiva di ognuno, di grande importanza, anche la possibilità di scambiarsi informazioni e prestazioni, pur mantenendo l’autonomia di ogni singola azienda, cosa che ha contribuito notevolmente a far crescere questo recente strumento giuridico.
Varie tipologie di Reti
Principale distinzione tra le reti è tra quella tra Reti Informali e Reti Formali, riferibile alla presenza o meno di accordi tra le imprese formalizzati con un contratto. Un’altra distinzione è data dalla presenza di una o più imprese di maggior riferimento per la rete, potrebbe esserci una sola azienda leader o più aziende di riferimento, è possibile anche che si creino reti senza alcuna forma di governo che collaborano per il raggiungimento di obiettivi o progetti comuni. Un’altra diversificazione delle reti è quella relativa agli obiettivi principali della rete stessa, in questo senso ci possono essere:
- Reti di filiera anche dette verticali, dove l’insieme dei partecipanti e delle attività svolte concorrono in modo completo a tutte le fasi di lavorazione fino all’ottenimento del prodotto finito alla sua commercializzazione, al post vendita etc.
- Reti orizzontali anche dette di condivisione, basate appunto sulla condivisione di un obiettivo comune con ruoli e apporti diversi per esempio reti di produzione, reti di ricerca e innovazione, reti di commercializzazione e marketing etc.
Uno strumento per sua natura molto flessibile
Il contratto di rete è in grado di superare i confini settoriali e territoriali, permettendo di creare reti trasversali sia ai territori che ai settori, consentendo inoltre di estendere la rete all’estero (all’interno dell’unione europea) e di includere anche aziende che forniscono servizi marginali. Per questa sua estrema flessibilità, si differenzia notevolmente dai vecchi modelli di aggregazione come i distretti e i consorzi.
Dati statistici sulle reti di impresa in Italia
L’osservatorio Infocamere conferma che negli ultimi anni la tendenza delle imprese italiane all’aggregazione è in costante aumento;
crescono i contratti di rete in Italia: da marzo 2015 a marzo 2018 si calcola di ben +124% con oltre 27 mila aziende coinvolte sul territorio nazionale, distribuite prevalentemente al nord per il 46%, al Centro per il 25%, al Sud e nelle Isole per il 29% . Per quanto riguarda i settori che maggiormente scelgono di aggregarsi tra loro si è vista una prevalenza di imprese manifatturiere, a seguire il settore dei servizi alle imprese, commercio e agricoltura.
Questo importante dato di crescita dei contratti di rete, si traduce di conseguenza in maggiori garanzie di affidabilità delle imprese verso il sistema bancario, accrescendo le possibilità di erogare finanziamenti in quanto fondati su programmi precisi e su aziende affidabili.
Lo sviluppo del contratto di rete, pare essere oggi la migliore e più idonea opportunità per rafforzare la produttività e la capacità delle imprese di stare sul mercato in modo competitivo, il fenomeno aggregativo delle reti di impresa si configura quindi come l’evoluzione necessaria per guardare ai mercati internazionali e aumentare la produttività in modo incisivo.
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